A questo link si possono visualizzare le interviste realizzate da Pharmastar ad alcuni dei protagonisti del convegno “The Axis of Pioneers in NOVACENE”.
Per sfogliare invece la photogallery dell’evento si può cliccare qui.
“L’Italia ha urgente bisogno di un Digital Health Policy Act”: è il chiaro messaggio che emerge dal convegno The Axis of Pioneers in NOVACENE, tenutosi nel pomeriggio di lunedì 19 settembre presso la Camera dei deputati.
All’evento hanno partecipato importanti personalità provenienti dal mondo scientifico e accademico, politico e istituzionale e da quello farmaceutico. I relatori hanno ampiamente affrontato durante il dibattito il tema della sanità digitale in Italia, focalizzandosi sulle terapie digitali che, attualmente, non sono ancora disponibili nel nostro Paese.
L’Italia si trova infatti in ritardo rispetto ad altri Paesi europei come Germania e Francia, che hanno già avviato percorsi normativi chiari per l’immissione nel mercato e la rimborsabilità di queste terapie fortemente innovative.
Il tema è strettamente legato alla digitalizzazione della sanità in Italia, uno degli obiettivi del PNRR. Risulta chiaro infatti che le terapie digitali, per poter essere accessibili e produrre miglioramenti dal punto di vista clinico, hanno bisogno di trovare nel Paese un contesto digitale adeguato e pronto ad accogliere questi dispositivi, caratterizzati da una forte carica innovativa e pronti a cambiare l’approccio alla salute dei cittadini.
Ecco perché i diversi relatori sono concordi sulla necessità di produrre quanto prima un Digital Health Policy Act, a carico del Ministero della Salute, che definisca chiaramente quali sono le competenze e i criteri di valutazione utili a definire un percorso regolatorio (a livello nazionale e regionale) che renda disponibili e rimborsabili le terapie digitali anche nel nostro Paese.
Per loro natura, infatti, queste applicazioni sono soggette all’obsolescenza e necessitano dunque di frequenti aggiornamenti che non possono fare affidamento su normative generali. Serve invece un modello specifico per la sanità digitale, sull’esempio del fast track tedesco, perché il binomio tra salute e digital caratterizzerà sempre maggiormente i percorsi di cura dei pazienti nei prossimi anni.
La responsabile scientifica dell’evento, Prof.ssa Paola Minghetti, d’accordo con queste necessità, ha infatti affermato: “Si concorda sulla necessità di sviluppo di un policy act che definisca un corridoio accelerato e dedicato per la valutazione di queste terapie che, data la loro velocità di sviluppo e aggiornamento per loro natura necessitano di un sistema altrettanto rapido ad accoglierle”.
Anche il presidente di Farmindustria Marcello Cattani, presente durante i saluti istituzionali dell’evento, ha sottolineato come “La pandemia ci ha insegnato a collaborare sempre più con le Istituzioni e le Autorità regolatorie. Una partnership che ha portato risultati velocissimi come il vaccino anti-covid in circa un anno. Oggi è necessario consolidare questi risultati con percorsi accelerati per valorizzare al meglio l’innovazione, la digital health e l’accesso dei pazienti alle nuove terapie e per essere sempre più attrattivi come sistema Paese. Solo così potremo essere competitivi a livello internazionale e attrarre maggiori investimenti dell’industria farmaceutica in Italia. Senza perdere le tante eccellenze che abbiamo nella ricerca”.
Infine, la Presidente di UNIAMO, Annalisa Scopinaro, mettendo in luce le esigenze dei pazienti ha dichiarato: “La digital health, nelle sue declinazioni di digital medicine e digital therapies, rappresenta un supporto indispensabile per garantire speranze di trattamento e sistematizzare la raccolta di dati per la ricerca. La trasversalità degli interventi del convegno di oggi ha permesso di focalizzarsi su quello che già c’è e su quanto ancora dovrà essere realizzato a breve, con un focus speciale sulle malattie rare, da sempre paradigma di sanità”.
L’Italia è chiamata ad un deciso passo in avanti in termini di digitalizzazione della sanità; le terapie digitali sono già una realtà affermata in molti Paesi, e sono in grado di produrre evidenti miglioramenti clinici per i pazienti. Il nostro Paese non può rimanere indietro, ma deve anzi dimostrarsi all’altezza della sua storia, caratterizzata dall’eccellenza del SSN. Serve quanto prima un Digital Health Policy Act che, attraverso una forte volontà politica, possa indicare la via per l’accesso alle terapie digitali anche nel nostro Paese.